Ogni Pensiero vola è la prima personale di Bea Bonafini inaugurata lo scorso 12 novembre da Renata Fabbri arte contemporanea a Milano. L’artista con questa mostra si addentra in un labirinto di sensazioni, sacralità e interiorità, rappresentate da una stratificazione di elementi presente nei lavori; a partire dagli arazzi portatori di trame complesse, narrate da incarnazioni, figure, pieni e vuoti, in un connubio tra arte e spazio. Bea Bonafini cerca con le sue installazioni create con tessuti, in particolare tappeti, di coniugare l’arte, l’immaginazione e l’intimità, accogliendo il visitatore in una ricerca labirintica e spaziale in cui perdersi e ritrovarsi per creare un non luogo in cui misticismo e poetica si possano trovare e rielaborare.
Immagini, ritualità, caducità, sono le allegorie celate nei segni, presenti nelle due grandi opere in mostra, divise nell’allestimento, ma legate indissolubilmente tra loro, nascondendo come dedali, intrecci personali e storici, in una ricerca paradossale di immaterialità velata nel concetto di formalità, ispirata e ritrovata nel titolo stesso, un’incisione rinvenuta dall’ artista nel celebre Parco dei Mostri di Bomarzo. Da questa suggestione nasce così la trama allegorica, gioco di sovrapposizioni, di interpretazioni e di letture a cui l’artista spinge il fruitore, in questa continua epifania di ricerca di un passato, in una visione personale di mistero che diviene collettiva. La fantasia dell’artista ricrea le figure variopinte intrecciate nei tappeti, in singole istallazioni posizionate sulle pareti delle seconda sala della galleria.
In questa mostra Bonafini eleva le sue opere ad una sfera più alta, cercando una risposta alle sue stesse domande riguardanti la sensorialità ed è con questo accordo, in questa utopica atmosfera, che l’arte coltiva la sua essenza, tra visioni e legami, figure e narrazioni, in un ritrovamento nascosto che risalta il legame preponderante nella poetica dell’artista, la sua capacità di coniugare l’immaginario, il fantastico, con l’estetica della storia dell’arte, passando per un’astrazione che rivela il mistero delle cose. Le immagini portatrici di una presenza altra, divengono custodi del mistero delle cose, libere dal significante, coincidono con il personale, capace di tradurre e filtrare il passaggio tra realtà e reale.
Leda Lunghi
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