Andrea Francolino ci racconta l’universo in una crepa, l’artista che riesce a dare al segno del dolore il significato di rinascita con questa immagine suggestiva e poetica, presenta a The Open Box Caso x Caos x Infinite variabili, il suo ultimo intenso lavoro a cura di Giorgio Fasol. Una mostra che ci pone dinanzi a trentasei frammenti di vetro i quali ci conducono oltre l’infinito, un’armonia di sovrapposizioni casuali e caleidoscopiche che ci accompagnano attraverso l’euritmia dell’universo, un’imprevedibilità che appare tale, ma in realtà possiede un valore intrinseco più profondo, una dicotomia che racconta come la semplicità può essere la vera rivelatrice della più elaborata complessità. Andrea Francolino ci pone dinanzi ad una visione poetica e sensibile delle pluralità del cosmo e di conseguenza dell’essere umano, tutto è mutabile e impercettibilmente legato; in un vetro abbandonato, apparentemente inutile, trovato casualmente dall’artista, si cela l’immensità di quest’opera d’arte, un’ arte che racconta l’atto di origine e di rinascita dettata dall’immensità del tempo. Attraverso la sovrapposizione di quattro elementi in modo opposto e assoluto, l’artista realizza la totale simmetria dell’infinito, la trama crepata, riprodotta manualmente su ogni singolo vetro, equivale a quella casuale del pezzo originario dell’opera, una visione lirica e sensibile che racconta la rispondenza perfetta della casualità.
Osservandola ci specchiamo in queste trentasei galassie, così definite dall’artista, e ci troviamo a cercare qualcosa, trovando solo la nostra immagine riflessa, divisa , frammentata in tante piccole parti, quello che i nostri occhi osservano non è nient’altro che la vita, sono i nostri destini, quello che sono stati e che saranno o non sono mai potuti essere, quelli che verranno e quelli che ci racconteranno, è questo il perfetto e infinito caos di Francolino, crepe casuali che si consolidano, che si intrecciano per variare direzioni per poi ritrovarsi sempre nella stessa identica logica chiamata esistenza.
Sosteneva Javer Marías in un suo famoso romanzo Domani Nella Battaglia Pensa a Me ” siamo fatti in egual misura di ciò che è stato e di ciò che avrebbe potuto essere ” ossia delle vite che non abbiamo vissuto, delle occasioni sfumate, delle nostre perdite, abbiamo vissuto e non vissuto ed è questo caos, in quest’incrocio di fati coerente e perfetto che Francolino tesse e varca i confini di mondi finiti che già a loro volta constatiamo come infiniti.
Leda Lunghi
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