Orhan Pamuk è uno dei pochi scrittori che riesce a descrivere attraverso le sue pagine la magia non solo della scrittura, ma dell’essere scrittori, raccontando quell’essenza immateriale che lui definisce “Visione del mondo attraverso le parole”. Attribuendo alla parola visione, tutta l’importanza che si può assegnare ad un’opera d’arte: “ se lo scrittore comincia a servirsi delle parole alla stregua dei colori che danno vita a un quadro,” dice Pamuk nella prefazione di Altri Colori vita, arte, libri e città, “riesce a scoprire quanto sorprendete e meraviglioso può essere il mondo, e allo stesso tempo, rompendo la gabbia di un linguaggio che sente fossilizzato, riesce anche a trovare la propria voce.”
Queste parole le vediamo riecheggiare nelle immagini della mostra di Ali Kazma, A House of Ink e Sentimental, proiettate sulle pareti della galleria Francesca Minini, un lavoro video a due canali, attraverso il quale l’artista riprende quella magia intangibile da cui è composta la letteratura, all’interno dello studio del premio Nobel.
Ali Kazma rivela nel video, divenuto, un trittico composto da tre immagini, l’attività evanescente dello scrivere e del pensare, qui vediamo scorrere sotto i nostri occhi un’intera casa-studio al servizio della cultura, colei che in fondo ci appare come la reale protagonista, “sequenza coerente di frammenti autobiografici”, pura essenza letteraria, formata da tasselli, quali: appunti, annotazioni, la libreria dello scrittore, che creano quell’attività che esce dal quotidiano e che, come spiega lo stesso Pamuk, lo portano a navigare in acque altre, in altri porti, là dove si trovano le storie.
Nascono così mappe, topografie, acquarelli, memorie riprese dall’artista, che cerca di raccontare, questa immaterialità chiamata letteratura.
Attraverso questi lavori, riusciamo a vivere il pensiero dello scrittore, la sua idea di cultura, come passione, emozione, evasione e sogno. Ali Kazma ci introduce nel labirintico mondo della creazione, in una realtà parallela, dove ogni parola che lentamente si posa sulla carta e si impregna d’inchiostro, è una possibile serratura, con il potere di aprire nuove porte e nuovi mondi, una verosimile via di fuga, “ un mondo di sogni che vogliamo tenere sempre vivo e profondo, (…) il romanzo è un racconto che accoglie questi venti, risponde alle diverse forme d’ispirazione e unisce in modo significativo tutti i sogni che vogliamo sognare. ”
Ali Kazma con questa mostra ci regala l’intangibilità della letteratura, per qualche momento ci porta al largo con il premio Nobel e con la sua genialità, illudendoci di poterci rapire e nascondere per qualche istante tra la magia delle parole, in uno di quei tanti mondi paralleli che, solo loro sono in grado di creare.
Leda Lunghi
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