Camminare tra le pagine di Dino Buzzati, ecco l’ultimo progetto di Martina Corà che con SIG NUM X VIASATERNA, installazione ambientale site -specific, omaggia la galleria e il suo nome, analizzando le tracce e i segni grafici pubblicati nel libro del grande scrittore, dove compare la villa a cui è dedicata la galleria.
Addentrarsi per le stanze è un po’ come sfogliare il prezioso Poema a Fumetti dell’autore de Il Deserto dei Tartari. Siamo tra le prime pagine; nel medesimo crocevia di strade ci appare il palazzo nelle sue metamorfosi e mentre la mente si smarrisce tra reale e illusorio, perdendosi tra le immagini del luogo in cui stiamo camminando, il nostro occhio annega nelle dieci stampe digitali di colori vividi, oscillanti e suggestivi, lasciandoci vagare in un silenzio onirico, misterioso e allucinogeno. Ispirata dall’enigma del libro, Martina Corà, traccia così una personale mappatura, indagando Viasaterna non come ruolo tangibile, ma come luogo della mente. Nelle tavole di Buzzati, l’artista ricerca le tracce grafiche rappresentanti l’edificio, le individua fotografandole ed elaborandole digitalmente, ricreando delle composizioni vibranti trasferite su carta, invitando il fruitore a perdersi tra i simboli immaginari delle opere, alla ricerca di indizi che conducono ad impressioni estranianti e dimensioni trasversali.
All’entrata, sul muro ai piedi delle scale vige una scritta: SIG NUM, il titolo della mostra; ma già dalla particolarità dei caratteri, ideati dalla fotografa stessa, capiamo, che essi ci introducono in un mondo a noi ignoto, sconosciuto, un luogo alienante e contemporaneamente misterioso. Il nostro sguardo avanza negli inferi segreti di una realtà remota . Ed è qui che inizia l’incrocio della quinta parte di SIG NUM , opera corale, iniziata nel 2017, e SIG NUM X VIASATERNA .
Le lettere appartengono ad un alfabeto inedito, ogni lettera rappresenta un segno della casa da cui ha avuto origine quest’indagine fotografica, partita dall’esigenza di indagare e ricordare i segni della memoria, costellazioni di immagini che si sovrappongono alla realtà e alle suggestioni. Un progetto nato dalla necessità dell’artista di imprimere su carta Blue Back il passaggio di ogni essere vivente, gli indizi delle nostre vite, partendo dal nostro vissuto concreto, ricercandole nel nostro passato, nella nostra esistenza.
Nella prima parte di SIG NUM Corà comunicava orme concrete: suoni, impronte sul muro, lasciti di stucco, elaborando poi in bianco e nero, probabilmente per evidenziarne maggiormente le tracce. Martina Corà ora registra immagini colorate e indaga non più il passaggio terreno, ma quello mentale, immaginario, elevando e aprendo le porte a una seconda fase del lavoro, in cui la ricerca dei segni indaga tra realtà e immaginazione, creando labirinti chimerici e reali. Corà apre il sipario al pensiero e ai suoi dedali e come ci ricorda Borges, non c’è nulla di più reale che tracciare le “lettere dei sogni”.
Leda Lunghi
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