La consapevolezza della propria fragilità, della propria essenza e forse anche la scoperta dei propri limiti, con la sue delicatissima e poetica pittura Beatrice Meoni ci conduce nel proprio privato. Lo fa con un’eleganza profonda e questo ci turba e sconvolge maggiormente, perché d’un tratto ci troviamo avvolti da paure e incertezze. Corpi tratteggiati che raccontano una caduta, a volte descritta quasi come una danza, parti di un corpo che s’intrecciano, la ricerca di una nuova identità riecheggia in questi dipinti che suggellano il passaggio tra un atto e l’altro quale il titolo della mostra, ovvero da una stagione all’altra della vita dell’artista. Pensieri che s’intrecciano con la grazia della pennellata. Le opere di Beatrice Meoni sono tracce di immagini che cercano se stesse, narrazioni di un inconscio che si rivela, una pittura indefinita che racconta di un senso di abbandono di una gracile fragilità, di momenti in cui l’artista proprio come le sue figure cerca la sua collocazione.
Pensieri che si addentrano e si insinuano da un momento all’altro, da un sentimento ad un altro, il continuo passaggio tra realtà e immaginazione, in un costante divenire, così seguendo la vita, come essa si racconta, in tanti piccoli attimi, in stagioni, poesie, dipinti. E’questo continuo transitare che descrive la pittura dell’artista, un insieme di momenti intermedi, improduttivi e per questo vivi. Meoni tratteggia nei suoi quadri gli attimi non catturati, dove gli attori principali sono solo accennati, intravisti, percepiti con la coda dell’occhio.
Leda Lunghi
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