Un’arte linguistica malinconica e commovente quella di Alejandro Cesarco, presente negli spazi della Galleria Raffaella Cortese, legata alla catalogazione della memoria e del tempo, le cui radici risalgono a quella degli anni sessanta e settanta, ma che l’artista attualizza con elementi di fragilità e delicatezza. Parole, che divengono eco di memoria legate alla sfera sensoriale, ritagli rievocati, frasi scritte e pronunciate, frammenti nostalgici e romantici, che messi a confronto grazie alla poetica dell’analisi del testo, rivelano la duplicità dell’essere. Una frase sopra l’altra, un’estetica preziosa, esse svelano amori, disagi, paure e inquietudini, quelle che il tempo esaspera oppure lentamente e lievemente cancella.
Cesarco tramite il linguaggio, racconta il confronto, lo studio, l’identificazione e l’autobiografia che riemerge tra le pagine di Freud, rievocando, l’essenza dell’immagine paterna, attraverso le annotazioni e le sottolineature, per l’artista è un immedesimarsi e un ritrovarsi tra le facciate ingiallite degli scritti del padre della psicanalisi, in cui egli riscopre la reale figura paterna. La poetica di rapporto tra parole e immagini si sviluppa Con il video The Inner Shadow, sensibile ed amaro ci poniamo come osservatori di una passione che potrebbe sfaldarsi, è un momento di attesa, è l’oblio dell’amore e come sempre l’oblio possiede il fascino della malinconia. Osserviamo una conversazione tra due persone, la tormentata e instabile passione di due amanti che vivono un’esistenza comune a tutti, essi affrontano le amarezze di unamore duraturo, la lontananza di un rapporto; la coppia che trasmette un’intimità profonda, mette in scena una perfetta complicità, ma sono due funamboli d’amore, come infondo noi tutti.
Interlude è un loop in cui l’attimo, la fugacità, vengono descritte come se clandestinamente la vita ci rubasse del tempo. Sempre sulla tematica del tempo Cesarco ironizza con una piccola opera: The Difference Between Thirty-two and Forty-Five, un lavoro in cui rielabora la visione soggettiva dell’età e sull’invecchiamento, con uno sguardo verso il lavoro di Larry Johnson.
Questa mostra è l’abbraccio dell’arte per l’arte, metaforicamente rappresentato dalle fotografie di due mani contrapposte, che ci accolgono in Via Stradella 1, un caldo coinvolgimento che riesce ad inglobare l’apoteosi dell’essenza poetica. Cesarco con la sua analisi concettuale che conduce al sensoriale trasporta l’attenzione del fruitore su concetti di mancanze e sospensioni, egli affronta con l’estetica semantica che unisce parole e immagini, questioni che riguardano ciascuno di noi, la nostra esistenza, focalizzando punti che riemergono in un inconscio personale.
Leda Lunghi
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