E’ un Favelli inedito, intimo e aperto alle tematiche sociali quello che ci presenta la curatrice Neve Mazzoleni con ” Fami Male “a The Open Box, un artista crudo e incisivo, con uno sguardo sensibilmente attento e ammagliato dalla fatiscente bellezza del Sud Italia, indagatore di una decadenza remota. Attraverso le parole scovate casualmente su un prezioso muro in travertino alla Stazione Marittima di Messina e poi ricopiate ( in parte ) sui tre muri della location milanese, l’artista narra una desolazione nella quale nasce il degrado degli ultimi. E’ in questi luoghi come la Stazione Marittima di Messina, impregnati dal “commovente tragico senso del sublime” come descrive l’artista, che Favelli trova situazioni e storie abbandonate, attirato dal concetto di declino e dimenticanza, di quella parte sempre in ombra della nostra società, ma il suo sguardo contemporaneo riconosce nel crepuscolo del suo amato Sud il fascino del limbo e dell’inadeguatezza, la surreale bellezza dell’apocalisse e come essa può diventare tale solo se percepita da esterni. In un luogo isolato, solitario e abbandonato come il porto di Messina, Favelli nota delle scritte e ne è colpito sia a livello estetico, che umano. Solo parole, nulla di più, ma giungono all’artista come l’eco lontano della poesia disincantata, profondamente umana, scritta in caratteri lievi, in un blu delicato, unico indizio di un’esistenza, di una storia. Una cantilena oscena e sconcia, sboccata, composta in una lingua sudicia lontana dall’italiano ma compressibile, contenente contemporaneamente degli enigmi, delle incognite, esse lasciano spazio alla fantasia, quella più pura, quella legata alla volgarità partendo dall’ignoto e quindi appartenente a tutti noi. Nel suo dramma reale questa persona, cerca disperatamente un giovane di 19-20 anni, in ogni “stazione” come una via crucis viene ripetuta questa litania questa richiesta, dove trapelano dolore, spontaneità, disperazione, pulsioni, immagini, ricordi, incognite, intimità, queste scritte lasciano vagare la mente in ogni suo angolo più ancestrale, più recondito, più buio e più reale, proprio come la vera letteratura e Favelli ce la presenta proprio come tale.
Leda Lunghi
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