Elisa Leonini dona voce al suono trasformandolo in scultura, l’artista basandosi sul concetto di anamorfosi costringe il fruitore ad abbattere i propri muri traghettandolo tramite la capacità di osservazione nella realtà dell’arte. Leonini facendosi cullare da intime suggestioni rielabora la realtà analizzandone ed evidenziandone la parte sfuggente, da qui nasce la sua personale ed intima percezione del tangibile ed è così che veniamo trasportati tra realtà e illusione, buio e luce, spesso udendoli emettere il loro suono. Elisa Leonini dialoga con la scultura del suono con le sue vibrazioni, con l’ombra e la luce, essa riesce a estrarlo magicamente fino a rendendolo effimero dalle spine di una rosa.

 

 Possiamo dire che la tua poetica si concentra su come entrare in contatto con l’attimo, sulle presenze sfuggenti, impercettibili e immateriali; vuoi addentrarci nel tuo lavoro?

 Mi piace l’idea di cogliere alcuni aspetti del reale per renderli fruibili sotto una nuova luce.

 

Lavori sulla Percezione del reale, la tua poetica si basa sul mettere in luce ciò che ci sfugge, vuoi parlare di questa tua ricerca?

Si, in un mondo dove tutto corre veloce é sempre più raro e prezioso riuscire a trovare un momento proprio, quell’attimo in più che ci fa soffermare ed osservare il mondo con curiosità e creatività.

Nel mio lavoro mi lascio suggestionare dagli spazi fino a manipolare dolcemente la realtà per aggiungere elementi visibili e sonori.

 

Affermi che la tua poetica si basa sull’anamorfosi, che cosa intendi?

 Questa fascinazione sull’anamorfosi è nata quando per la prima volta ho visto l’opera di Fabrizio Corneli “Sognatrice”, ho capito che molto di quello che volevo dire col mio lavoro era custodito in questa antica e illusoria tecnica prospettica.

Ho lavorato per otto anni con determinazione sull’anamorfosi, sull’idea di mostrare l’opera rettificata, non più deformata, solo se collocati in un determinato punto di vista. Un punto che il fruitore deve cercare e conquistare se ha volontà di osservazione, andando oltre al caos apparente. Negli ultimi anni questa mia necessità si è modificata, pur lasciandomi sempre affascinata.

 

Sostieni che il suono è scultura, vuoi ampliare questo concetto e raccontare questo tuo modo di interpretare la sound art ?

 Da scultrice ho un forte interesse per ciò che abita e si propaga nello spazio, quindi anche la luce e in particolare il suono. Partendo dal concetto che tutto è vibrazione, mi piace far risuonare parti della realtà nell’illusione di altri mondi e modi possibili di percepire il reale. Nel mio lavoro il suono è sempre in relazione a una forma pittorica o scultorea da cui parte o nella quale si trasforma.

 

Approfondendo questo concetto, cosa intendi con scultura materiale e immateriale?

Ho sempre avuto un forte interesse per l’ombra e di conseguenza per la luce. Mi affascina l’ombra come materia plasmabile che, nel suo rapporto con la scultura, non vedo solo come elemento bidimensionale, ma come in un “dialogo a più dimensioni”, per citare Flatlandia il mitico racconto di Abbot, fino ad ipotizzare una quarta dimensione. Ed è proprio in questo continuo scambio di ruoli della materia che mi interessa l’immaterialità di elementi come ombra, luce e, in questa fase della mia ricerca, suono.

 

In Landtrack, un tuo lavoro del 2016, hai lavorato con il dipartimento di microscopia dell’Università di Ferrara, com’è stata questa collaborazione?

 Cercavo un mezzo per poter vedere oltre la capacità fisica dell’occhio e così ho pensato di recarmi presso questo dipartimento dell’Università di Ferrara. Entrando a contatto con i loro strumenti di ricerca mi è venuto spontaneo rivolgermi al direttore, il Prof. Capitani, il quale ha mostrato da subito interesse per il mio progetto tanto da decidere di collaborare. È stato divertente lavorare con lo staff e vedere le loro reazioni a richieste a volte al di fuori dal normale utilizzo del mezzo.

Elisa Leonini Mag=898 X 2016
Installazione sonora. Stampa giclée b/n su kapa tech, dim. 120x80cm
Audio stereo 5” loop

In questo lavoro parli di Inganno visivo e inganno acustico cosa intendi?

Ho già accennato dell’aspetto illusorio nel mio lavoro e anche in Landrtack l’installazione presenta una sorta di illusione, infatti ciò che vediamo è che ascoltiamo sono elementi che hanno avuto una trasformazione, sono stati dilatati, nel tempo e nello spazio, per renderli fruibili, ma nel loro manifestarsi creano suggestioni di territori altri.

 

Vuoi parlarmi di Silenzio (2015) una delle tue opere più indicative?

In Silenzio, l’intenzione è quella di rendere il suono tridimensionale, e cosa c’è di più tridimensionale del silenzio? Il ferro e il vetro sintetico rappresentano il silenzio nella sua trasparente epifania. Per me quest’opera è una sorta di omaggio a Ferrara, città metafisica avvolta da nebbiosi silenzi.

Hai reso Effimero il suono di una rosa, facendo suonare le spine di questo fiore vuoi raccontare il progetto Rhondon Rheo (2013) ?

 Lo studio della sezione aurea mi ha portato ad interessarmi anche al suo rapporto con la musica. Sono partita dallo studio della disposizione delle spine nel gambo di una rosa fino a scoprirne il suono. L’installazione Rhodon Rheo è divenuta un’indagine che ruota attorno allo studio del suono e della forma organica, in un connubio tra natura, matematica e casualità, manifestata attraverso pittura, scultura e suono.

 

 Progetti futuri?

Mi affascina il concetto di sinestesia in rapporto con paesaggio e architettura.Credo che continuerò verso questa direzione.

Leda Lunghi

Elisa Leonini RHODON RHEO 2013
Installazione sonora.
Ferro, acciaio armonico, bronzo, acquerelli e tempera su carta, audio.
Dimensione sculture-carillon cm 5x25x27, dimensione carte cm 30×40.
Soundtrack di Alfonso Santimone.
Museo internazionale della musica, Bologna.

Elisa Leonini RHODON RHEO 2013
Installazione sonora.
Ferro, acciaio armonico, bronzo, acquerelli e tempera su carta, audio.
Dimensione sculture-carillon cm 5x25x27, dimensione carte cm 30×40.
Soundtrack di Alfonso Santimone.
Museo internazionale della musica, Bologna.

Elisa Leonini SO LE 2012
Installazione anamorfica. Neon.
Dimensioni sculture cm30x60x30, cm50x90x20.